Fútbol

Francesco Farioli, l'allenatore filosofo che ribalta la Francia – Esquire Italia


Ero all’Allianz Riviera il 3 novembre 2018, quando il Nizza di Mario Balotelli vinse sull’Amiens grazie a un autogol. Ero all’Allianz Riviera l’11 maggio 2019, quando il terzino Atal sbagliò al 95’ il calcio di rigore della vittoria. Ero all’Allianz Riviera il 28 agosto 2019, a godermi un sentitissimo derby con l’Olympique Marsiglia, sospeso qualche minuto per via di striscioni omofobi (in francese, banderoles), deciso dal Pipa Benedetto e da un rigore di Dimitri Payet. Ero all’Allianz Riviera il 21 dicembre 2019, quando il Nizza batté 3-0 il Tolosa nell’ultima partita dell’anno solare. Il club regalò a ogni giornalista un cappellino da Babbo Natale e il successivo 7 marzo – grazie a una doppietta di Kasper Dolberg nell’altro sentitissimo derby, col Monaco – il Nizza sarebbe tornato a disputare una competizione europea (Conference League). Infine, ero all’Allianz Riviera il 5 marzo 2022, quando il Nizza di monsieur Christophe Galtier batté eroicamente il PSG di Messi e Neymar grazie a una zampata di Andy Delort al minuto ottantotto, in uno stadio sold out, o – direbbero loro – à guichets fermés. Raramente, ho visto esultare in quel modo così sentito e orgoglioso oltre trentamila persone.

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VALERY HACHE

Quest’anno, il Nizza è allenato da un tecnico italiano (Francesco Farioli), è primo in classifica nel campionato francese (davanti a Paris Saint-Germain e Monaco), non ha ancora perso una partita e ha vinto sei delle ultime sette gare. Ora, il Nizza ha battuto in trasferta sia PSG che Monaco, e l’Olympique Marsiglia in casa, all’Allianz Riviera. Avevano pareggiato le prime tre gare – contro Lille, Lorient e Lione – ma da lì i rossoneri hanno iniziato a giocare bene e, soprattutto, vincere. Sia contro i marsigliesi, in un derby della Costa Azzurra tra due città separate da un fiume – il Var – il cui nome c’entra molto col calcio, che contro gli odiati parigini. Tutto l’anno, e non solo allo stadio, Nizza conserva un’anima reazionaria, ribelle. L’orgoglio, fierté, honneur et fidélité, l’Esprit du Sud sono il grido di un’isoletta felice all’ombra del Principato monegasco, tra le città più assolate d’Europa. Di tutte le volte in cui ci sono stato, credo avesse piovuto solo una, ma la Promenade des Anglais – magnifico percorso che collega la città “garibaldina” (la Vieille Nice) all’aeroporto della Costa Azzurra – era ugualmente stupenda e immaginifica. Allo stadio invece, il tempo è scandito da due momenti clou.

Prima, un’aquila di nome Méfi – è la mascotte del club, i cui calciatori sono detti Les Aiglons – spicca il volo dal campo. Poi, tutti insieme si canta l’inno non ufficiale Nissa la bella, scritto non in francese bensì in occitano. Se hai passeggiato per la città vecchia, ti sei accorto che i nomi delle vie sono scritti prima in dialetto nizzardo, e solo dopo in francese. Nel dubbio, se come me conosci un po’ di dialetto piemontese, sei a posto. Francesco Farioli, 34 anni, dalla Valdinievole (Pistoia), il Piemonte non l’ha mai sfiorato. Faceva il portiere nei dilettanti, ha smesso a 19 anni e si è laureato in filosofia all’Università di Firenze con una tesi sul calcio, “Filosofia del gioco”. Ha poi affiancato Roberto De Zerbi, tenuto una lezione alle giovanili del Barcellona e iniziato ad allenare in Turchia, prima Alanyaspor, poi Fatih Karagümrük, di nuovo l’Alanyaspor che ha lasciato lo scorso gennaio, quando a Nizza veniva esonerato lo svizzero Lucien Favre. Didier Digard, suo sostituto a interim, completava la stagione e usciva ai quarti di Conference League contro il Basilea. Così, in estate, dopo i rumors sull’ex tecnico del Chelsea, Graham Potter, è stato annunciato in sordina Francesco Farioli.

Il Nizza di Farioli è la prima squadra dal 1985 che riesce, in Francia, a non passare mai in svantaggio nelle prime dieci partite. Merito del portiere polacco Marcin Bulka – già sette clean sheet finora –, 24 anni, cresciuto nel PSG e vice di Schmeichel l’anno scorso, ma merito anche di Dante, quarant’anni, il cappelluto difensore brasiliano che forse ricordi al Bayern Monaco. In attacco, il Nizza segna poco – soli 11 gol, meno di dieci squadre: il capocannoniere è il nigeriano Terem Moffi (tre gol), acquistato lo scorso gennaio per oltre 22 milioni di euro dal Lorient – ma è sufficiente per essere tornati in cima alla Ligue 1, per la prima volta dal gennaio del 2017. L’allenatore era Lucien Favre, i rossoneri di Mario Balotelli e Pléa restarono imbattuti per le prime undici partite e ne persero quattro in tutta la stagione. Una a febbraio contro il Monaco di Mbappé che avrebbe vinto il campionato, mentre il Nizza finì terzo e ai preliminari di Champions League. Quest’anno la Costa Azzurra – e la Francia intera – potrebbero avere un nuovo padrone. Anche se Farioli, da buon allenatore-filosofo, ha già chiamato tutti alla calma: «Bisogna guardare il meno possibile la classifica».

Headshot of Matteo Albanese

Classe 1997, genovese e genoano (pure non in quest’ordine), ha studiato a Savona spaziando tra il giornalismo e la SEO. Ha scritto e scrive tra gli altri per La Gazzetta dello Sport, Rivista Undici, PianetaGenoa1893.net e Cronache di Spogliatoio. Nel 2018 ha pubblicato ‘Narrami, o Dellas‘, un libro sulla Grecia vincitrice dell’Europeo di calcio 2004. Fin qui solo calcio, ma c’è altro: playlist di musica elettronica, biografie, una genuina ossessione per l’IKEA e le storie scandinave.   



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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