Fútbol

L'Italia e il suo peccato Capitale: solo da noi uno come Saná non gioca in Serie A – Gazzetta Regionale


Spesso dibattiamo, proviamo ad analizzare, perché per noi amanti del calcio è importante prenderci uno spazio e parlare solo di questo sport. Di certo non è facile, soprattutto quando si guarda al nostro movimento, al momento in difficoltà piena, con tante problematiche, in particolar modo quando si fa il paragone con le altre realtà. Paesi che riescono maggiormente a render fertile la loro produzioni di talenti dai vivai, cominciando a cambiare la geografia sul mappamondo delle grandezze mondiali. Basta guardare una super Francia, despota del pallone, e pronta a sfornare una nuova generazione ancor migliore di quella che si affermò in Russia nel 2018. Dentro i nostri confini invece c’è meno spazio per le luci, vista la complessità nell’affrontare nel giusto modo un cambiamento che darebbe tanta linfa vitale all’azzurro o al campionato. Le colpe però, oltre che nelle stanze della Figc, vanno giustamente date ad una mentalità tutta italiana, in ogni ambito possibile, dal mondo del lavoro fino a quello del calcio. Quella che vede i giovani usati solo come elementi per sistemare i bilanci, numeri da contabilizzare, senza capirne il valore reale, un potenziale inespresso. Neanche quando è evidente, nascondendosi dietro il velo dell’esperienza, come se non ci fosse bisogno di tempo per acquisirla. Certi casi però sono emblematici di un pensiero ormai troppo interiorizzato, che ha affondato le sue radici in ogni dove. Forse solo in Italia uno come Saná Fernandes rimarrebbe così tanto in Primavera. Non conta la squadra, in questo caso la Lazio, gli esempi potrebbero essere a milioni, basta guardare Cherubini e Della Rocca in casa Roma, senza considerare i tanti talenti che scalpitano per tutto lo Stivale. Non fa differenza la società di provenienza, ma l’enorme fatica che i prospetti fanno per affermarsi nei massimi palcoscenici. Un po’ magari sarà l’eccessiva voglia di fare, ma anche un pregiudizio che rischia di essere l’ingrediente più deleterio possibile in ogni ricetta.

DIFETTI DI FABBRICA

Con il lusitano è diverso. La sensazione che il crack possa esser totale la si ha sempre di più. Mese dopo mese, partita dopo partita, visti gli svariati miglioramenti da quando è approdato nella Capitale. Lo Sporting Lisbona lo ha lasciato con la sua immensa classe, a Roma sta crescendo man mano, a forza di saltare avversari, di regalare gioie ai biancocelesti con le sue magie. Senza dubbio la mano di Sanderra su di lui si è vista particolarmente, usando a volte il bastone, a volte la carota, in modo da consentire al fiore di sbocciare nella sua forma migliore, mostrando la regalità dei propri petali. Ovviamente non bisogna omettere tutti gli step di questo percorso. I vari interventi della società su alcuni atteggiamenti non sempre ligi del ragazzo, ma è una cosa normale, ci sta. Se non si accetta questo all’interno di un percorso di un giocatore giovane – ripetiamo giovane non giovanissimo, perché alla sua età negli altri paesi si gioca titolari – allora probabilmente si ha fallito, perche solo così si scala la vetta di un monte. Soprattutto adesso, soprattutto quando le qualità appaiono così devastanti da esser eccessivamente “confinate” in un campionato importante ma che potrebbe star stretto al portoghese. Mister Sarri ha spesso fatto capire come a lui di attingere dal vivaio non abbia tanto pensato. “Loro hanno appena battuto il Real Madrid, noi siamo in Primavera 2, ripartiamo da qui”. Queste le sue parole dopo il ko con l’Az Alkmaar in Conference League dell’anno scorso, senza però dare il giusto contesto alle cose, ma lasciandole lì. Perché di talento ce ne è tra le Aquile, non solo nei piedi di Saná, ma nelle capacità di tanti altri giocatori che magari non si renderanno protagonisti all’Olimpico, ma in altri contesti. Questa è la sfida da accettare, per un calciatore dal valore cristallino, che in altre circostanze magari ogni tanto entrerebbe nel finale per far rifiatare Zaccagni, Pedro o Felipe Anderson. Minuti dopo minuti, mettendoli nelle gambe per fargli conoscere un palcoscenico affascinante, quello a cui magari sarà abituato più avanti. Bisogna avere coraggio però, Sarrismo o meno, perché a volte il futuro lo abbiamo davanti ai nostri occhi, e non sfruttarlo sarebbe un peccato Capitale.





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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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