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È la tripletta del secolo: il talento più conteso d'Italia fa il fenomeno … – Sprint e Sport


Alla fine è arrivato. Non che ci fossero dubbi, anzi. In fondo era solo una questione di tempo, d’altronde è risaputo: il lupo può perdere il pelo, certo, ma non il vizio. Mai. Il suo è semplice a tal punto che è sufficiente una frase: tanto chiara quanto inequivocabile, tanto limpida quanto indubitabile. Il calcio è uno sport semplice: si gioca undici contro undici, si utilizza un pallone di circa 420 grammi, due porte larghe 7.32 metri e alte 2.44, un campo lungo 105 metri e largo 68. E alla fine, volente o nolente, segna sempre Giulio Fardin. Sì, Giulio Fardin: per alcuni il predestinato, per altri il golden boy. Ma per tutti, da nord a sud, un talento: dopotutto se in estate lo voleva mezza Serie A – sembrava fatta con il Milan, poi Bianchessi in persona si è mosso per portarlo al Monza – un motivo dovrà pur esserci, o no?

Quindi no, non c’è da essere stupiti. Certo, da segnare il primo gol in un campionato Nazionale a segnarne tre in meno di un’ora ce ne passa, eccome se ce ne passa. È roba per pochi, pochissimi. Ma quindi, rullo di tamburi… roba da Giulio Fardin. Uno che quando parla non è mai banale, spesso una sentenza: «Dammi cinque minuti e faccio gol» aveva dichiarato durante Lombardia-Lazio, gara valevole per la seconda giornata della fase a gironi dello scorso Torneo delle Regioni. O ancora, «Andre domani faccio gol» la sera prima dei quarti di finale. Poi, la mattina seguente poco prima della sfida all’Abruzzo, precisamente a un paio di minuti dall’appello: «Ne faccio due, uno entro i primi 20 minuti». Minuto 19:52: vantaggio Lombardia con Fardin, il resto è storia. È poi uno che ha fatto sempre parlare il campo. 

SIGILLI

Quindi sì, era solo una questione di tempo. Quindi no, non c’è da stupirsi. E quindi eccoli, uno in fila all’altro. Tre gol: tutti splendidi, tutti stracolmi di significato, tutti come a dire «eccomi, scusate il ritardo». Probabilmente il Monza non ci penserà due volte a perdonarlo, se non altro perché nella trasferta di Cagliari ha rivisto il Giulio Fardin dei tempi dell’Alcione. Almeno sotto l’aspetto realizzativo, visto che nelle sette precedenti – tra ottime prestazioni e tanti, tantissimi assist – era mancato effettivamente solo il gol. Ma conoscendolo lo aspettava come il pane, lo voleva a tutti i costi. A fine lo ha fatto proprio così: con la rabbia, come la foga, con la garra. E pure con il talento, fondamentale per saltare di netto due avversari e trovare la porta con un diagonale sopraffino. Poi l’esultanza, forse il momento che racconta più fedelmente le emozioni del classe 2008: tante urla, forse anche un po’ di lacrime. Poco importa, resta il momento e Giulio Fardin, un po’ golden boy e un po’ predestinato, non se lo dimenticherà mai.

Tutto qui? Macché. Le portate principali, altrettanto squisite, sono arrivare nei minuti successivi: prima ha raccolto l’invito di Origo e trovato l’angolino basso con un gran destro da fuori area, poi mettendo a segno uno dei gol più belli della sua vita. L’azione è da mille e una notte: intercetta un pallone in uscita, lotta come un dannato all’altezza dei sedici metri e manda al bar Egharevba. Come? Semplicemente con una veronica, semplicemente con una giocata alla Giulio Fardin. Poi la conclusione, un destro chirurgico che si infila sul secondo palo. Quindi la terza esultanza, l’ennesima di una mattinata speciale. 

BAGAGLIO

No, non è nata una stella perché il battesimo risale a diversi anni fa. Ma sì, uno dei talenti cristallini più forti d’Italia sta diventando grande. Non ha alcuna intenzione o voglia di fermarsi, d’altronde Giulio è fatto così: prendere o lasciare. Il Monza ha optato per prenderlo, soffiandolo al Milan e andando letteralmente all-in. In estate lo ha aggregato alla formazione Primavera, poi gli allenamenti con l’Under 17 e i primi gol con l’Under 16. Step by step, si sta prendendo un ruolo da protagonista in via Ragazzi del ’99: roba mai scontata per uno che arriva dai Dilettanti, precisamente dall’Alcione.

Eppure è approdato sulla sponda biancorossa del Lambro con un curriculum già importante. Se non altro per il numero di gol segnati, 48: tanti o pochi? Chiaramente tanti, ma non è così importante. Anche perché i due più significativi sono arrivati in un’amichevole con la maglia della Rappresentativa, ironia della sorte proprio contro il Milan e proprio al Vismara, in quello che sarebbe potuto essere il suo centro sportivo. Era il 16 febbraio e Fardin, entrando dalla panchina e sotto gli occhi di Angelo Carbone, allora responsabile del settore giovanile rossonero, segnava due gol in 120 secondi: da una parte ribaltando il risultato e spianando la strada alla formazione di Peccati verso un risultato clamoroso, dall’altra presentandosi con stile praticamente davanti a tutta Italia.

Da qui la domanda vien da sé: dove potrà arrivare Giulio Fardin? La risposta è dipende. Potenzialmente in alto, molto in alto. Qualcuno lassù gli ha donato due piedi come Dio comanda e un talento non indifferente, il resto lo sta facendo lui. Dai tempi della Soccer Boys alla parentesi all’Alcione, arrivando quindi al trasferimento al Monza. Intanto si è sbloccato e non è poco, ma è evidente che questo sia solamente l’inizio.





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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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