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Le 15 migliori serie tv del 2023 ci hanno tutte lasciato una certa fame di nuovi episodi (anche quando erano all'ultima stagione) – GQ Italia


L’anno del lungo sciopero di sceneggiatori e attori è stato anche un anno di grandi show, tanto che è difficile dire quali siano le migliori serie tv del 2023 nuove e di ritorno (per non parlare di quelle che hanno srotolato la loro ultima stagione). Di seguito, ecco, in ordine di uscita, le 15 che ci hanno convinto di più. Da recuperare se perse, da rivedere in toto se già abbiamo la mente sul possibile seguito (perché è un attimo poi non ricordarsi tutto), da rigustare in parte se hanno messo il punto finale e già ci mancano.

The Last of Us (NOW e Sky)

The Last of Us

Cortesía de HBO Max

La sfida più grande e insieme una delle migliori serie tv del 2023 è approdata sugli schermi all’inizio dell’anno, aprendo la nuova stagione di show con un botto quasi insperato. Era infatti considerata quasi una mission impossible quella di fare un bell’adattamento live action di uno dei videogiochi horror più amati di sempre, così come era difficile, in un panorama ricco di prodotti incentrati sul tema zombi, arrivare e aggiungere qualcosa di diverso. The Last of Us ci ha solo introdotto nell’universo del videogame cult, ma lo ha fatto con una coerenza con i suoi valori, le sue scene più famosi, i terreni di gioco più insidiosi e la resa dei suoi famosi personaggi (che in alcuni casi abbiamo potuto approfondire quando erano nati per stare in secondo piano), da essersi subito passata in pole position per il podio degli show più belli.

Gen V (Prime Video)

I ragazzi di Gen V nel primo episodio della nuova serie dell’universo The BoysBrooke Palmer, courtesy of press office Prime Video

Nulla poteva consolarci dagli inevitabili tempi di lunga attesa di una nuova stagione di The Boys quanto un suo spin-off. Per di più in chiave college. L’accademia che seleziona i nuovi talenti di casa Vought è pronta a farci impazzire con i suoi allievi e le loro follie giovanili. Anche con qualche incursione veloce del cast della serie originale.
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The White Lotus S2 (NOW e Sky go)

La serie che più celebra il schadenfreude (il piacere che si ricava dalle sfortune altrui), che oggi è sempre più di frequente un godere per le disgrazie che capitano ai ricchi, alla sua prima stagione ha conquistato i favori di pubblico e critica come poche altre, merito anche dei suoi personaggi e di un’interprete su tutti, Jennifer Coolidge, non al caso messa al centro anche della seconda stagione. Con un cambio di location, l’azione si è spostata assieme a lei in Italia, in Sicilia, tra nuove coppie in crisi, famiglie piene di segreti imbarazzanti, amori under 25 che non sanno come cercarsi e combinano guai. Fino a che non ci scappa quel morto che apre di nuovo il racconto tutto pensato come flashback.

Succession S4 (NOW e Sky)

Succession 4

Courtesy of David M. Russell for HBO.

L’addio più difficile da digerire del 2023. Le lotte per il potere interne alla famiglia Logan a sua volta assediata da diversi possibili compratori del suo impero mediatico ci hanno tenuto col fiato sospeso quanto le più cruente battaglie di Game of Thrones. E quando è morto il drago più grosso di questo universo narrativo (ovvero il patriarca della Waystar Royco), è andato tutto velocemente in frantumi, con una conclusione tragica degna del miglior Shakespeare.

Ted Lasso S3 (Apple tv+)

La prima serie comedy incentrata sul calcio a essersi guadagnata alcuni dei premi più ambiti della tv, si è chiusa con la stagione più controversa tra tutte quelle giunte al finale nel 2023. In molti hanno amato la svolta quasi intimista e molto legata al mental health di atleti e allenatori, per quanto circondata da numeri stravaganti (come l’inserimento di un fenomeno del calcio con stile da guru in stile Ibra), in molti si sono lamentati perché ha per certi versi perso per strada alcuni dei suoi migliori personaggi (Keeley e lo stesso Ted Lasso su tutti), in tanti non si fanno una ragione per la chiusura precoce. Il mondo del AFC Richmond valeva altri racconti, magari in forma di spin-off?

The Bear S2 (Disney+)

La storia del giovane chef in carriera (ma in realtà stressatissimo) che molla tutto per risollevare le sorti della paninoteca di famiglia dopo la morte del fratello aveva conquistato tutti. E non può essere diversamente ora che nella seconda stagione la posta si alza e il nostro, con il suo team ancora in cerca di un ordine, ha deciso di portare la suddetta paninoteca ai livelli di un ristorante cool.

Beef – lo scontro (Netflix)

Beef – lo scontro

ANDREW COOPER/NETFLIX

Una di quelle serie che non può non prenderti dopo solo 10 minuti. Due sconosciuti litigano per un posto in un parcheggio e il litigio finisce in un folle inseguimento per le vie della città. Entrambi un po’ biliosi – lei costretta in una gabbia dorata con intenti di fuga e lui con mille idee di investimento e altrettanti fallimenti e disillusioni – se la legano al dito cercando un modo di vendicarsi sull’altro. La serie è un climax di tensione, miseria umana e dark comedy che diverte quanto fa riflettere. Il tutto con una coppia di interpreti fenomenali: Steven Yeun di The Walking Dead e Minari e Ali Wong.

Fargo S5 (NOW e Sky go)

Fargo 5

©FX Networks/Courtesy Everett Collection

Arriva quasi a chiusura dell’anno e sovverte qualsiasi classifica ideale piazzandosi dritta nella top 3. Questa serie antologica ci ha abituato a folli storie tra il macabro e l’assurdo ispirate a fatti realmente accaduti (come nel film originale dei fratelli Coen), ma questa volta si supera. La quinta stagione, almeno dai primi episodi, si candida alla migliore di sempre all’interno di questo progetto. Con una impareggiabile Juno Temple (che qui si riprende la scena persa nelle puntate conclusive di Ted Lasso).

Sciame (Prime Video)

Sciame

Chris Reel/Prime Video

Il primo titolo partorito dalla nuova casa di produzione di Donald Glover (qui impegnato anche alla regia e alla sceneggiatura) è un thriller psicologico che esplora il mondo delle fandom e quello dei pericolosi stan (fanatici più che fan) che spesso vi si annidano. Con una storia che nel titolo fa pensare a un’ispirazione che guarda al potente fan club di Beyoncé, il Bey Hive (un alveare di cui è idealmente l’ape regina).

Painkiller (Netflix)

Painkiller

Keri Anderson/Netflix © 2023

Qui il riferimento alla realtà è ancora più solido. Painkiller si aggiunge ai vari titoli che negli ultimi 3 anni hanno raccontato la banalità del male incarnata da una improvvisa quanto inconsapevole epidemia di dipendenza da oppioidi, dovuta a una truffa sanitaria senza precedenti (forse l’horror più pauroso in cui si possa incappare nel quotidiano) a opera del colosso farmaceutico Purdue Pharma. La sua storia non è nuova e non viene trattata come una docufiction, ma è tutto tranne la replica di altri show e film, arricchendo la riflessione generale su questo brutto capitolo della storia americana contemporanea.

One Piece (Netflix)

One Piece

COURTESY OF NETFLIX

Il live action in cui tutti speravano, in pochi credevano e in molti hanno sottovalutato. Il manga e anime cult è stato adattato a meraviglia per la piattaforma in streaming pronto a essere amato anche da un pubblico che non ne aveva mai sentito parlare. Tutto perché non si è cercato di imitare l’originale, ma di trasformarlo in un action fantasy coerente con quell’universo (intrasportabile in ogni sua specifica altrimenti). Con un team di attori che sembrano incarnare lo spirito della storia quanto quello dei loro personaggi. Forse è stato lo show più divertente dell’anno.

Daisy Jones and the six (Prime Video)

Ahsoka (Disney+)

La versione live action a puntate della storia dell’eroina jedi “esiliata” che combatte una nuova minaccia misteriosa dopo la caduta dell’Impero costituisce, assieme a The Mandalorian, la prova che non si è sbagliato tutto nell’adattare ed esplodere l’epica di Star Wars sul piccolo schermo e in prodotti seriali. Così come Rosario Dawson, che veste i panni (e la parrucca) di Ahsoka, riesce a costruire ponti tra le trilogie del cinema e le storie narrate tra serie animare, live action e ancora libri e fumetti, ampliando il terreno fertile di storie e riunendo vecchi e nuovi fan della galassia lontana lontana, prendendosi l’onore e l’onere di catapultare persino l mondo Star Wars in un multiverso.

Sex Education 4 (Netflix)

Sex Education 4

Samuel Taylor/Netflix

L’appuntamento più atteso di settembre è stato quello con il gran finale di Sex Education, una serie che ha subito fatto la differenza nell’approccio all’argomento sesso, portando ironia e saggezza, anzi una saggezza ironica che mancava in questo panorama. Ed è stato difficile separarsi dai suoi protagonisti (vecchi e nuovi), mentre eravamo già orfani della sua vecchia ambientazione, il liceo Moordale.

Top Boy S3 (Netflix)

Un altro addio in un anno pieno di serie giunte al loro epilogo. Qui, particolarmente drammatico, essendo il titolo incentrato su una saga crime ambientata in Gran Bretagna (e prodotta, tra gli altri, anche da Drake), che la critica ha osannato fin dal primo giorno (e cioè dal 2011!).
Le basi possono ricordare i mondi delle nostre Gomorra o Suburra, con il tentativo di una nuova generazione di giovani gangster di prendere le redini di antichi affari ampliandone i confini e le sfaccettature. In questo caso, il premio è l’intero mercato di droga e bande di Summerhouse, in quel della Londra più periferica.

Il titolo bonus (ma più malus), The Idol (NOW e Sky go)

La serie creata da Sam Levinson di Euphoria e The Weeknd con il musicista e Lily-Rose Depp ha fatto parlare tanto, anzi tantissimo. E non vedrà una seconda stagione per via di quei tanti discorsi. Troppi nudi gratuiti, troppo uso della televisione del dolore, troppa manipolazione ma soprattutto un erotismo che non era tale e aveva più l’aria dell’exploitation. Era nata con l’intento di disturbare come certi thriller erotici degli Anni Novanta (a partire di Basic Instinct, un punto di riferimento esplicitato in almeno due episodi), ma evidentemente ha esagerato. Ed è stato un peccato perché l’idea di base di raccontare il calvario di una pop star che tenta il ritorno in scena dopo un crollo nervoso di natura traumatica all’interno di un’industria spietata che i talenti li trova, li mastica e li butta nel pattume, non era malvagia e se solo si fosse scelto un altro registro…



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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