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Paolo Macchiarini e la serie Netflix «Bad Surgeon»: donne, fallimenti e bugie (ma l'Italia non c'è) – Corriere Fiorentino


diAlessio Gaggioli, Giulio Gori

Il documentario «Bad Surgeon» sulla piattaforma americana ripercorre la storia del chirurgo Paolo Macchiarini. Le rivelazioni choc della madre di un ragazzo operato a Firenze

«Bad surgeon: il caso Paolo Macchiarini». Si chiama così la docuserie di Ben Steele rilasciata da Netflix sul caso dell’ex «genio dei trapianti» di trachea. Il medico viareggino, della cui controversa vicenda il nostro giornale si era occupato per anni nel silenzio generale (con i primi dubbi sulla sua tecnica di trapianto mai sperimentata avanzati già nel marzo 2009), fin dal titolo viene definito «cattivo chirurgo», in una storia in tre puntate che ne ricostruisce bugie, inganni e fallimenti. 

Dopo la condanna penale in Svezia, diventata definitiva lo scorso ottobre, per violenza aggravata nei confronti di tre pazienti che aveva operato usandoli come cavie, ora anche una piattaforma dalla visibilità mondiale come Netflix mette una pietra sulla credibilità di un medico che 15 anni fa era stato ingaggiato da Careggi, accolto con toni trionfalistici dalla politica toscana e dai media locali e nazionali.

La docuserie non si sofferma sui cinque trapianti fiorentini, quasi non fossero mai stati fatti e sui quali fino ad oggi era stato impossibile fare chiarezza, «Bad surgeon» intervista però la brasiliana Ana Paula Bernardes, un’altra donna raggirata e tradita dal chirurgo: suo figlio Danilo, che era stato operato al Cisanello di Pisa nel dicembre del 2010 fu poi portato a Careggi nella sala operatoria diretta da Macchiarini (nel suo caso non si trattò di un trapianto). Il medico tranquillizzò la donna: «Nessun paziente è mai morto tra le mie mani», le disse. Ma Danilo, a causa dei postumi dell’intervento, morì poco dopo. 

E Macchiarini, un medico allora di fama internazionale, per convincere di non essere responsabile del decesso, per lungo tempo continuò a chiamarla, a consolarla e infine a corteggiarla. Fino a che lei non finì per innamorarsi di lui. I due, racconta Ana Paula, si frequentarono mentre Macchiarini era sotto processo per l’omicidio colposo di Danilo (per cui è stato poi assolto), fino a dare alla luce una bambina.

La loro storia d’amore finì, nel gennaio 2016, quando la donna scoprì la doppia vita del compagno: la giornalista Benita Alexander aveva infatti raccontato a Vanity Fair e al Corriere Fiorentino di essere stata ingannata da Macchiarini, con cui si sarebbe dovuta sposare: lui si era inventato che il Papa in persona avrebbe celebrato le nozze, ma lei aveva scoperto che era già sposato e che aveva due figli. E che persino l’anello di fidanzamento era falso.

Una giornalista e la madre di un paziente morto, concupite — secondo la docuserie — per nascondere le tracce dei suoi fallimenti chirurgici. «Dopo la morte di Danilo mi chiamava tutti i giorni — rivela Ana Paula —, mi scriveva continuamente. Lui era così importante, sentivo i brividi in pancia. Ero felice». 

Il racconto di Ana Paula è molto simile a quello di Benita. Viaggi di lusso — entrambe furono portate a Venezia, ad esempio —, promesse che poi si sono rivelate incredibili bugie. E soprattutto lo stesso modus operandi, dice Ana Paula: avvicinare per cercare di condizionare nei loro convincimenti chi poteva fare comodo alla narrazione del grande chirurgo, persino i parenti dei suoi pazienti a cui, per il tipo di interventi così «estremi» e i postumi non potevano che affidarsi in tutto a lui. «Paolo si approfitta delle persone fragili — spiega ancora la donna — che dottore è quello che va a cercare la madre di un paziente morto. Io lo odio e prima d’ora non avevo mai odiato nessuno».

«Bad surgeon» entra così nel vivo, quando affronta il tema dei trapianti e si espone dicendo che Macchiarini «sapeva» che non funzionavano. Nel lungo elenco di vittime, ad emergere è il fatto che il chirurgo si difendeva dagli eventi avversi sostenendo che il problema nascesse dal fatto che erano pazienti affetti da altre patologie. Così spiccano il caso di Hannah Warren, 2 anni, deceduta pochi mesi dopo il trapianto di trachea o quello della turca Yesim Cetir, operata in Svezia, i cui problemi di salute erano molto lievi: ma dopo il trapianto resta 4 anni e mezzo in terapia intensiva prima di morire e dopo aver subito 191 interventi chirurgici riparativi e una pulizia delle vie aeree ogni 4 ore. Un calvario.

Ma Macchiarini va oltre e si reca in Russia alla ricerca di pazienti sani. Dove, secondo la docuserie, si scatena «una lotteria» di pazienti che si candidano ad essere operati, che lo implorano attraverso video di risolvere i loro problemi di salute non gravi. «Bad surgeon» racconta la storia di Julia Tuulik, un’ex ballerina che a causa di un incidente stradale viveva con una tracheotomia, una condizione che non metteva a rischio la sua sopravvivenza. Nella serie c’è un video, in cui Macchiarini, poco prima del trapianto, scopre che le trachee artificiali a disposizione sono difettose: «Chi se ne frega», commenta. Julia morirà come «un agnello sacrificale», secondo la docuserie.

Tanto, ovviamente, lo spazio dedicato ai medici che al Karoliska Institutet di Solna, in Svezia, operarono al suo fianco, ma che poi diventarono i suoi primi accusatori. Uno di loro, Kalle Grinnemo, che arrivò a pensare di suicidarsi quando si trovò isolato per aver messo in discussione Macchiarini, racconta l’esatto momento in cui capì che tutta la vicenda era una bugia: ovvero quando lui e i colleghi si accorsero che non esistevano test sugli animali e che la sperimentazione veniva fatta direttamente sugli esseri umani. 

Noi in Italia, a Firenze, lo avevamo scoperto ben prima. Ma qui si è preferito mettere tutto a tacere.

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30 novembre 2023 ( modifica il 30 novembre 2023 | 19:25)



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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