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Gazzetta: Sarri e Italiano, i "giochisti" di Serie A col dramma del gol – Fiorentina.it




I due allenatori che fanno del gioco palla a terra una sorta di missione devono fare i conti con la sterilità offensiva

C’è un filo rosso che lega Sarri e Italiano, i giochisti per definizione? Certo e non riguarda soltanto l’aspetto legato ai risultati. Perché entrambi hanno fatto benissimo in campo internazionale e in Coppa Italia, ma entrambi stanno riscontrando enormi problemi in campionato. Scrive La Gazzetta dello Sport.

Sono ottavi in classifica, con un rendimento in fotocopia: sia Lazio che Fiorentina, su ventidue partite, ne hanno vinte 10, pareggiate appena 4 e perse addirittura 8. Come detto hanno invece fatto il massimo a livello di Coppe. Sarri ha portato la squadra agli ottavi di Champions e si è qualificato (vincendo il derby) per la semifinale di Coppa Italia. Italiano ha chiuso al primo posto il girone di Conference League e sarà protagonista dell’altra semifinale di Coppa Italia, contro l’Atalanta.

Un cammino in chiaroscuro, con le difficoltà che si sono manifestate pienamente nell’ultimo weekend

La Lazio è stata travolta a Bergamo – nel gioco ancora più che nel risultato – la Fiorentina si è persa a Lecce, sgretolandosi negli ultimi minuti. Insomma, un cammino in parallelo, che in qualche modo potrebbe chiamare in causa la natura “giochista” dei due allenatori. In certi casi – dicono i risultatisti – bisogna andare sul concreto, a costo di rinnegare se stessi.

Ma è davvero così? Certo, l’obiezione ci sta e Sarri e Italiano sono chiamati a leggersi dentro. E a interpretare gli umori delle proprie squadre, per provare a dare una sterzata. Ma forse, sempre continuando nella ricerca di quel filo rosso comune, le spiegazioni sono più profonde. Di carattere tecnico e psicologico. Nel primo caso è facile trovare un punto d’unione.

Lazio e Fiorentina sono due buone squadre con un problema evidente in comune: l’assenza di un uomo-gol. Sarri sta soffrendo per le difficoltà di un grande cannoniere come Immobile e per la scarsa inclinazione alla conclusione di Castellanos. Italiano spesso diverte, sviluppa una mole di gioco non indifferente, ma finalizza pochissimo in relazione al lavoro svolto.

Un limite chiaro

Perché anche a loro, a Sarri e Italiano, capita di non giocar bene. Ma l’uomo dai gol facili è spesso la chiave per mascherare i problemi. C’è però anche dell’altro, dicevamo di natura psicologica, mentale, che prescinde dal famoso e un po’ abusato dibattito tra giochisti e risultatisti.

Perché nessuno può realmente credere che un allenatore si limiti a cercare lo spettacolo – infischiandosene dell’aspetto pratico – e un altro pensi di poter arrivare all’obiettivo senza dare un’anima alla squadra. Nel calcio c’è invece una terza componente, che conta come e forse più delle altre.

La capacità di restare concentrati nel “lungo”, di partita in partita o nell’arco della stessa partita. Cosa che non riesce compiutamente a Lazio e Fiorentina, a Sarri e Italiano. Non è un caso che le loro squadre abbiano fatto benissimo in Europa e in Coppa – nelle partite senza appello – e abbiano mollato diciamo così nella routine.

Un limite, certo. Su cui lavorare, con la stessa cura che si mette nella tattica e negli schemi. Perché il calcio si gioca con la testa più ancora che con i piedi.



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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