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Serie A | L’anno del serpente – AgoraVox Italia


Cala il sipario sulla stagione 2023-’24

 


L’Inter di Simone Inzaghi è stata la protagonista principale di quest’annata appena relegata in archivio. Ma non va dimenticato lo storico trionfo in Europa League dell’Atalanta, l’altra regina indiscussa di questa stagione…

Con il recupero tra Atalanta e Fiorentina (terminato 3-2 per i viola), si è concluso il Campionato 2023-24. Un Campionato che ha avuto un solo padrone, dispotico ed incontrastato, ovvero l’Inter di Simone Inzaghi, Lautaro Martinez (capocannoniere) and company. La compagine lombarda, conquistando il 20° Scudetto, ha rinnovato per l’ennesima volta la propria sottoscrizione privilegiata con la storia, impreziosendo il suo blasone con la famigerata seconda stella, volta a nobilitare ulteriormente un emblema gentilizio forgiato sin dagli albori della propria esistenza. La vittoria è da sempre nel dna nerazzurro (il primo Titolo fu ottenuto già nel 1910…), e questa grandiosa stagione non ha fatto altro che ribadire l’aulico concetto. Con buona pace delle rivali, tutte ridotte all’impotenza. Ad iniziare dalla prima delle inseguitrici, il Milan di S. Pioli, che nel corso del torneo si è limitato ad approntare maldestramente una parvenza di credibilità al proprio ruolo di presunto antagonista, senza mai impensierire lontanamente le ambizioni dei propri cugini, che si sono trovati più che mai la strada spianata verso l’agognato traguardo. Ironia della sorte (e della divergenza qualitativa), quasi per uno sberleffo del destino, la conquista aritmetica del Titolo di Campione d’Italia è arrivata proprio nello scontro diretto, nel derby, puntualmente vinto dalla banda del Serpente. E se l’incoronazione avviene per mano del tuo principale avversario, che tra l’altro coincide col tuo nemico di sempre, è quasi il segnale che la tua supremazia è stata inequivocabile e che il diritto a regnare te lo sei proprio garantito di diritto.

MISERA JUVENTUS

Alle spalle del docile Milan si è classificata un’altra squadra tutt’altro che irresistibile, la Juventus, autrice di una stagione sbiadita ed a tratti imbarazzante. Il torneo di Madama è stato dalla duplice fisionomia. Il girone d”andata ha visto i bianconeri equivalersi con l’Inter, dando a lungo il sentore che da un giorno all’altro avrebbero potuto persino sopravanzarla. Ma ad iniziare dal girone di ritorno la squadra zebrata ha cominciato a mostrare le prime crepe (o il vero volto?) che da lì a poco l’avrebbero estromessa dalle ambizioni tricolori, registrando una marcata ed inimmaginabile involuzione, dilapidando buona parte del patrimonio accumulato nella prima parte del campionato. Alla fine per la Signora si è conclusa una stagione anonima, a cui non è bastata la 15^ Coppa Italia per bilanciare un 3° posto che, per una società che da sempre fa del successo una prerogativa imprescindibile, sa tanto di mezzo fallimento. Per i bianconeri è la quarta stagione di seguito che si conclude mestamente. Tutto è iniziato dal giorno dell’esonero di Maurizio Sarri. A partire da quel momento la Juve si è introdotta in una spirale di negatività che sembra non avere termine, e che non rispecchia minimamente la sua storia e le sue tradizioni. Gli errori e le delusioni si sono susseguiti con una cadenza rapida ed accentuata, ed i tentativi di rinascere sono diligentemente precipitati nel vuoto delle illusioni. La parola d’ordine, ora più che mai, è riazzerare. Tutto e subito. Per tentare di ripartire nel più breve tempo possibile, lasciandosi alle spalle le amarezze che sin troppo hanno contraddistinto le ultime stagioni avvolte dalla mediocrità.

STORICA ATALANTA

Dicevamo dell’Inter, protagonista assoluta della stagione, col 20° Scudetto ottenuto in scioltezza. Ma oltre alla Beneamata c’è un’altra squadra con gli stessi colori e dalla stessa provenienza regionale che può festeggiare un’annata memorabile. Ci riferiamo ovviamente all’Atalanta di G. Gasperini. Per i bergamaschi quella appena relegata nell’archivio dorato è stata la stagione della definitiva stesura di un’appassionante novella per fanciulli abbozzata pochi anni or sono, culminata con il finale elettrizzante della storica Europa League alzata sotto il magico cielo d’Irlanda. Un trionfo epocale che incornicia alla perfezione la recente epopea neroblu, rendendo giustizia all’intero movimento del proletariato calcistico, che ogni tanto riesce a concedersi le sue maestose rivincite nei confronti della nobiltà plurimilionaria. E sulla stessa lunghezza d’onda potrebbe attestarsi il Bologna di J. Saputo, che con l’incredibile qualificazione alla prossima Champions promette di tentare di emulare le gesta epiche della Dea. Certo, un conto è ritagliarsi uno sporadico angolo di gloria, un altro conto è riuscire a garantirsi stabilmente un posto in prima classe… Ma sperare non costa nulla, purché, come asseriva il filosofo austriaco Ivan Illich, si sia capaci di distinguere la speranza dall’aspettativa. In modo tale da scongiurare cocenti delusioni, che nel calcio folle, confuso e schizofrenico di oggi sono sempre in agguato. Ne sa qualcosa la Fiorentina, accusata dai tifosi di non aver vinto la Conference League, dimenticando, lor signori, che durante la sua lunga storia la società viola ha incamerato un solo trofeo internazionale…





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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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