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Virtus Bologna ancora sconfitta in finale: come colmare il gap con Milano? Squadra da ringiovanire e serve talento – Eurosport IT


Ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, la Virtus Bologna deve inchinarsi all’Olimpia Milano e correre nel tunnel che porta agli spogliatoi sotto bordate di fischi per lasciare il parquet del Forum alla festa Scudetto biancorossa. Dopo il 4-0 del 2021, la Segafredo ha sempre dovuto arrendersi alla formazione di Ettore Messina, pur se anche quest’anno, come nel 2022, aveva chiuso al primo posto la regular season e di conseguenza si era garantita il fattore campo. Niente, in Serie A non sembra poter essere scalfito il predominio del club di Giorgio Armani.

Che stagione è stata? Bilancio interlocutorio

Concluso anche il campionato, si può tirare un bilancio. La stagione non era iniziata nel clima migliore, coi mugugni per un roster che non convinceva, Iffe Lundberg fuori squadra, l’esonero di Sergio Scariolo a pochi giorni dal via e l’arrivo in fretta e furia di Luca Banchi. L’allenatore grossetano, ct della Lettonia col 5° posto ai Mondiali, ha portato aria fresca ed entusiasmo, ha subito conquistato la Supercoppa a Brescia e ha condotto la Virtus ad una prima parte di stagione ben oltre le attese viaggiando fra le prime tre posizioni di Eurolega. Questo ha alzato il morale a dismisura in tutto l’ambiente e fra i tifosi, e ha compensato la botta per il tumore scoperto da Polonara e il conseguente intervento.

Graffio di Iffe Lundberg! Il canestro che decide gara-2 per la Virtus

Il 2024 è stato decisamente più complicato. Febbraio e marzo sono stati un calvario fra infortuni, sconfitte e delusioni: la precoce eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia a Torino con Reggio Emilia è stata un duro colpo (la Final Eight si conferma tabù per la Virtus) e questo ha influito sul crollo totale in Eurolega che ha costretto la Segafredo a giocare un Play-In da decima, con l’ultimo biglietto disponibile. L’impresa di Istanbul con l’Efes non è servita, dato che la sconfitta a Vitoria col Baskonia ha escluso Bologna da dei playoff che parevano quasi scontati a gennaio. La Virtus è riuscita a stringere i denti in campionato, chiudendo al primo posto la regular season, ma poi nei playoff non ha convinto: 3-2 contro Tortona e 3-1 contro Venezia per presentarsi alla finale, una Segafredo che mai nei 3 anni precedenti aveva perso contro squadre che non si chiamassero Milano. Cosa resta? Una Supercoppa in bacheca e un buon cammino in Eurolega per tre quarti di stagione che ha generato entusiasmo e probabilmente l’invito per il 2024-25.

Si riparta da Luca Banchi e dal suo entusiasmo

Il suo arrivo ha portato serenità, gioia e voglia di sacrificarsi, ha ridato entusiasmo ad un gruppo un po’ demotivato e provato mentalmente, ha reintegrato Iffe Lundberg e ha rigenerato veterani come Belinelli e Shengelia, il primo MVP della Serie A, il secondo tra i migliori in Eurolega almeno per metà stagione. Le parole del coach ex Siena e Milano dopo gara 4 di finale sono certamente una base da cui ripartire: “Il gruppo è stato capace di una stagione speciale, in 82 partite ufficiali. Ogni sera volevamo giocare per vincere, e dimostrare che il gruppo aveva tutte le qualità per avere successo. Chiudere così la stagione lascia amarezza, ma il feeling con la tifoseria si è rafforzato grazie all’impegno profuso e riconosciuto“.

Chiudere così la stagione lascia amarezza, ma il feeling con la tifoseria si è rafforzato grazie all’impegno profuso e riconosciuto

E ancora: “La squadra, al di là di quel che è accaduto in estate, aveva voglia di competere. Sono molto orgoglioso di loro. Non sono solo i trofei che alziamo a determinare le caratteristiche di un campione“. Infine la chiave: “E’ stata una stagione lunga, come fossero state più stagioni. Era impossibile restare immuni da alti e bassi di condizione, chi conosce questo format sa che è normale andare incontro a cali, infortuni, momenti in cui ti riesce tutto e altri in cui ti gira tutto contro. Archiviamo questa finale con tanta amarezza, perché tra noi e loro non c’è tanta distanza. Saremmo dovuti essere al top della condizione psicofisica, abbiamo fatto uno sforzo pazzesco, ma in alcuni dettagli non siamo stati bravi“.

Archiviamo questa finale con tanta amarezza, perché tra noi e loro non c’è tanta distanza. Saremmo dovuti essere al top della condizione psicofisica

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Luca Banchi, Virtus Segafredo Bologna

Credit Foto Getty Images

Come colmare il gap con Milano? Budget, futuro e un roster da ringiovanire

La finale Scudetto è stata molto equilibrata per le prime tre partite, mentre in gara 4 Milano è sempre stata davanti in virtù di un Nikola Mirotic immarcabile. Come ha detto Luca Banchi, tra la Virtus e Milano non c’è tantissima distanza, però è evidente il gap in termini di fisicità, di quantità di soluzioni e soprattutto di talento nei singoli. Senza contare che, come ha detto anche Ettore Messina, l’Olimpia si è presentata al top della forma fisica e mentale ai playoff dopo un anno non certo semplice, giocando da squadra con una coesione e un sacrificio che ha permesso alle individualità come Mirotic e Shields di brillare ancora di più.

Invece Bologna è arrivata stremata da una stagione da 82 partite, ci sono stati infortuni, gli innesti di Lomazs e Zizic non hanno portato grossi benefici, e in generale essendo un roster molto in là con gli anni, si è arrivati in primavera con pochissima benzina nel serbatoio. Nei playoff sono stati i guizzi dei singoli a fare la differenza, da Cordinier a Shengelia passando per Belinelli, mentre va sottolineato come l’infortunio a Lundberg e le condizioni precarie di Hackett non abbiano aiutato, considerato poi che Dobric non ha mai inciso per tutto l’anno e Mickey è sembrato spesso un corpo estraneo. Il resto della truppa italiana non si è mal comportata, Pajola, Abass e Polonara hanno avuto i loro picchi, però si è notato soprattutto nei playoff e in finale come questa squadra restasse a galla più per inerzia, per voglia e per orgoglio, che per altro.

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Isaia Cordinier buca la difesa di Milano e decolla per la schiacciata

Il futuro cosa prevede? Fresca la notizia che Segafredo Zanetti ha rinnovato per un altro anno la sponsorizzazione e, secondo il Corriere di Bologna, si ripartirà da un budget attorno ai 20 milioni di euro, di cui 13-14 per la costruzione del roster. L’ormai certezza di partecipare all’Eurolega è una base importante per trattare sul mercato e per convincere Luca Banchi, che ha ancora un anno di contratto e che vorrà partecipare alle scelte sul mercato, lui che lo scorso settembre era arrivato trovandosi una squadra fatta per un altro allenatore.

Secondo i primi rumors, Jordan Mickey e Iffe Lundberg non verranno rinnovati, si ascolteranno eventuali proposte per Zizic e per Dobric che non hanno convinto, e si valuterà la posizione di Toko Shengelia che ha ancora un anno di contratto ma ci sono opzioni per separarsi. Un addio del georgiano (guadagna 2 milioni netti) permetterebbe alla Virtus di reinvestire alcune risorse su elementi più giovani, anche perchè, tolti Pajola (1999), Zizic (1997) e Cordinier (1996), gli altri sono praticamente tutti Over 30. Una delle priorità è rinnovare Awudu Abass che è in scadenza e che pare abbia parecchio mercato, però il giocatore ha ribadito la volontà di rimanere e di giocare l’Eurolega.

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Toko Shengelia attacca Nik Melli in gara 3 fra Milano e Virtus Bologna

Credit Foto Getty Images

Dando uno sguardo al mercato, l’unico nome avvicinato in modo serio a Bologna è quello di Andrejs Grazulis, lungo lettone nelle ultime 2 stagioni a Trento, e vediamo se l’accordo vociferato da settimane diventerà realtà. Per il resto si è parlato del centro Tyrique Jones, del play Luca Vildoza e della guardia Rayjon Tucker ex Venezia, sussurri di radio mercato ma nulla di più. Quello che è certo è che la Virtus, oltre a profili giovani, ha mostrato lacune importanti in termini di atletismo e di produzione di punti a gioco rotto, quindi serviranno elementi in grado di essere incisivi mettendosi in proprio, un po’ come accaduto quest’anno con Lundberg, forse l’unico assieme a Shengelia ad essere una reale minaccia quando il gioco corale non fluiva. Un po’ come succede a Milano, dove il talento dei Mirotic, degli Shields, dei Napier e degli Hall, ha fatto ancora la differenza.

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Milano stende 3-1 la Virtus e vince il 31° Scudetto: gli highlights di gara 4



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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