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Dalla periferia al tetto d'Italia in 5 mesi! Firma per una big di Serie A e vince lo Scudetto – Sprint e Sport


«Termina un anno fantastico». Tutto vero. L’alba il 24 settembre a Ciserano, il tramonto il 22 giugno a San Benedetto del Tronto. Se ne sono visti di peggiori. «Dalla Virtus all’Atalanta». Altrettanto vero. Il 10 dicembre l’ultimo ballo in rossoblù, il 20 dicembre la firma più importante della sua vita, il 14 gennaio il primo ballo in nerazzurro. Le vacanze di Natale più belle della sua vita. «A essere titolare in una finale Scudetto». Sempre vero. «Numero 5, Araboni» si sente dallo speaker dello stadio Riviera delle Palme, gioiellino da 15mila posti a sedere. Non se lo dimenticherà mai. «SIAMO CAMPIONI D’ITALIA». Verissimo. Vedere per credere. Maglietta girata, numero 5 all’altezza del cuore e coppa in mano. Quella più bella, quella più luccicante. Rigorosamente in maiuscolo. L’ha scritto in pullman, dando un senso agli ultimi chilometri di un viaggio infinito. Otto ore e passa: partenza alle 10 dalla Marche, arrivo alle 18 a Bergamo. Sfiancante.

DI RITORNO

L’arrivo a “casa del giovane“, l’abbraccio con papà Christian, ex calciatore con tre presenze in Serie A. Buon sangue non mente. Poi quello con mamma Patricia, quindi Filippo e Tommaso, i due fratelli, entrambi calciatori. Buon sangue non mente. Mai. Una mezz’oretta di macchina, meno di 40 chilometri. Circumnavigando Bergamo, imboccando la val Seriana, lasciandosi alle spalle Albino e varcando la soglia di Vall’Alta. Meno di 2000 anime, frazione di Albino, piccola realtà d’altri tempi della provincia bergamasca. Il 23 dicembre 2008 diede vita a Sebastiano Araboni, per gli amici “Seba”. 48 ore prima di Natale, un regalo anticipato. Figlio della val Seriana, eroe del paese. Campione d’Italia dalle 21:44 di sabato 22 giugno.

AMARCORD: Seba Araboni ai tempi della Virtus Ciserano Bergamo

L’INIZIO

«Termina un anno fantastico, dalla Virtus, all’Atalanta, a essere titolare in una finale scudetto… SIAMO CAMPIONI D’ITALIA». Tutto insieme, tutto d’un fiato. Non avrebbe potuto utilizzare parole migliori. Meno di cento battute, abbastanza per far passare il messaggio. Puzzano di emozione, rivincita. Sanno di lacrime. Sembra non crederci nemmeno lui, probabilmente è così. Ma è tutto vero.

Prima la fine. Anzi, l’inizio della fine. Sveglia, colazione, riunione tecnica. Pranzo, pullman, stadio. Sopralluogo, spogliatoi, riscaldamento. Focus sull’ultima terzina, quella più importante. Più precisamente, la terra di mezzo tra il sopralluogo al Riviera delle Palme («Ma quanto è grosso?» avrà pensato) e le ultime indicazioni negli spogliatoi («Mi mette o non mi mette» il chiodo fisso, più che probabile). Il resto è storia. Da quel «Numero 5, Araboni» succede un po’ di tutto, il più classico dei frullati di emozioni. L’ingresso in campo, l’inno di Mameli, il tête-à-tête con Pandolfi e Arnaboldi. Quindi estasi, paura, sofferenze. Tutto in 67 minuti. Poi il fischio di Buzzone, la coppa alzata al cielo da Rinaldi. Il resto è sempre storia.

DATE

«Se gliel’avessero detto qualche mese fa…». Risata o qualche francese qua e là. Vale tutto. Il 20 dicembre 2023 giocava l’ultima partita della sua vita con la Virtus Ciserano Bergamo, la sua casa calcistica per nove lunghi anni dopo i primi passi all’oratorio Vall’Alta. 63 minuti, poi l’ingresso di Doneda. «Con la sua fisicità riesce a dimostrarsi un valore aggiunto in fase di contenimento». L’ultima pagella. Ravizza alla seconda per la Virtus, Gatti e Iamartino per il Brusaporto. The last dance, l’ultimo ballo.

Il 14 gennaio 2024 giocava la sua prima partita con l’Atalanta. 9 minuti, abbastanza per fare i conti con la realtà. Splendida, sorprendente, clamorosa. Era Interello, era Inter-Atalanta. Un battesimo di fuoco. Esce Nova, entra Araboni. Questa volta nessuno speaker. “Il resto è storia” si può dire? The first dance, il primo ballo. L’inizio di una favola.

FIRMA

Dal 10 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024. 33 giorni, tondi tondi. Nel mezzo tanto, troppo. Anzitutto il suo 15esimo compleanno, quindi la firma più importante della sua vita. Il 20 dicembre, la data zero. Questa la copertina, ma che dire del resto? Se non altro per l’interesse dell’Inter, uno dei due fuochi all’interno dei quali si è ritrovato. Milano o Bergamo? Bergamo o Milano? Giorni frenetici, settimane intense. Poi la scelta (serve davvero dirlo?), infine la trasformazione. Opera di Alessio Gambirasio, il condottiero. Lo ha visto, studiato. Lo ha preso e spostato venti metri più indietro, da trequartista a regista, all’occorrenza anche mezzala. Scelta lungimirante, col senno di poi. E ora è lassù, sul trono d’Italia. «Hey Siri, mi cerchi su Google qualche frase fatta su quanto sia bello il calcio?». Ce ne sarebbero un’infinità. Forse alla fine è sufficiente dare parola a lui, Seba Araboni da Vall’Alta. «SIAMO CAMPIONI D’ITALIA». In maiuscolo, urlando. La classica bella storia.





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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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