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Brigitte Bardot, la serie-diario di uno scandalo – Vanity Fair Italia


Bardot, la serie tv

In ospedale, una bionda giovane e bella con un cappotto bianco cammina ondeggiando lungo il corridoio. Al suo passaggio si voltano tutti, ma lei sembra non farci caso. A riceverla in un ufficio c’è un uomo con un camice, anche quello bianco. Teme di essere incinta e vuole esserne certa. Appoggia un flaconcino sulla scrivania dove nota un coniglio femmina chiuso in gabbia: «Cosa le farete?». Il medico prende in mano l’animale: «Le inietteremo la sua urina. Se le ovaie si infiammano, significa che è incinta».

«Ma poi la terrete in gabbia?».

«Non abbiamo un protocollo preciso… È la prima volta che mi fanno questa domanda».

Qualche giorno dopo le arriverà la conferma della gravidanza (una brutta notizia per lei) e lei se ne andrà con il coniglio ricucito.

Questa bionda giovane e bella è Brigitte Bardot e la scena è tratta da Bardot, un biopic in sei puntate di France Télévisions, su Canale 5, scritto e diretto da Danièle Thompson e da suo figlio Christopher. «Può sembrare assurdo, ma è così che facevano i test di gravidanza negli anni ’60», conferma Thompson. La regista mi riceve in un limpido pomeriggio d’inverno nel suo ufficio sotto i tetti di Parigi. Un gatto grigio gratta alla porta. Intorno a noi ci sono tantissime foto, souvenir di mezzo secolo di vita e di lavoro.

Per cinque anni, Danièle e Christopher Thompson hanno maneggiato il mito di BB come un candelotto di dinamite, con cautela e delicatezza. La scena del coniglio, per esempio, non è realmente accaduta, ma «è storicamente accurata e ci permette di far conoscere l’attaccamento della Bardot agli animali», spiega la regista. Rimanere fedeli, quindi, ma senza avere paura di inventare. Prendere spunto da un mucchio di documenti, consapevoli, aggiunge, «che Bardot è il personaggio ideale per una fiction».

La serie racconta gli inizi di Brigitte Bardot, dal 1949, anno della sua prima copertina su Elle, al suo tentativo di suicidio nel 1960, nel giorno del suo 26esimo compleanno. Racconta anche l’inimmaginabile fenomeno culturale che fu BB in quegli anni. Attrice, cantante, attivista, ma anche una divinità su cui hanno teorizzato i più grandi scrittori, un’icona della moda senza tempo. In breve, una leggenda. Una leggenda vivente. Viva al punto da essere un po’ ingombrante, come quando la serie ci ricorda le sue opinioni sull’immigrazione, sull’Islam e sui diritti degli omosessuali (è stata multata cinque volte per incitamento all’odio razziale dopo aver fatto commenti razzisti e omofobi). Le personalità complesse sono certamente più interessanti dal punto di vista narrativo di quelle che fanno tutto come si deve, e qui nasce lo scopo della serie: trovare buoni motivi per dimenticare la terribile logorrea della «profetessa di Saint-Tropez» e farci venire voglia di passare sei ore a guardare, con piacere, il fenomeno Bardot che si diffonde nella società francese del dopoguerra.

Julia de Nunez nel ruolo di Brigitte Bardot nella serie Bardot, il biopic in sei puntate di France Télévisions, su Canale 5.

©Sylvie Castioni – FTV – Federation

Come una regina

«Bardot è un’eroina, ma non una santa», afferma Danièle Thompson. Questo è ovvio, ma è meglio dirlo, anzi, ribadirlo. Non è facile, infatti, liberarsi dall’ombra della Bardot di oggi per riscoprire la BB di ieri. Chi poteva farlo meglio di Danièle Thompson, una delle donne più influenti del cinema francese, regista di film brillanti (Pranzo di Natale, Un po’ per caso, un po’ per desiderio e Le code a changé), capace di trattare con ironia e sottigliezza le tematiche sociali più spinose?

Quando nel 2017 il produttore Pascal Breton le ha proposto di scrivere una serie su Bardot, lei ha accettato entusiasta senza pensarci un attimo e ha subito coinvolto nell’avventura, come co sceneggiatore, Christopher, suo figlio e compagno di scrittura.



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Marc Valldeperez

Soy el administrador de marcahora.xyz y también un redactor deportivo. Apasionado por el deporte y su historia. Fanático de todas las disciplinas, especialmente el fútbol, el boxeo y las MMA. Encargado de escribir previas de muchos deportes, como boxeo, fútbol, NBA, deportes de motor y otros.

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