È il colpo dell'anno! Lo volevano in tutta Italia, a 16 anni firma con una big di Serie A – Sprint e Sport
«oooo come atalanta». Tutto vero, tutto genuino. Mancano maiuscole qua e là, scelta voluta. È il copia-incolla di un messaggio. Nudo e crudo, reale. Passano due minuti scarsi, sembrano eterni. «è uno scherzo?». Non ci credeva nemmeno lui. Poco sopra un link. È il più importante e significativo della sua esistenza, non se lo dimenticherà. Mai. Analisi logica passo dopo passo, step by step. «È il talento più ricercato d’Italia». Fattuale. Lo volevano semplicemente tutti. «Ha 16 anni». Sempre fattuale. «Piace all’Inter». Piaceva (ieri) sì, piace (oggi) probabilmente, piacerà (domani) chissà. Rimarrà un nulla di fatto. «Lo vogliono le big di Serie A». Chiaro, logico. Poco sotto un messaggio vocale, contenuto top secret. 17 secondi, non uno di più.
Giovedì 2 maggio, 16:51. Primo pomeriggio, l’ora del tè. La data “x”, l’ora “z”. Il resto è storia. 63 giorni dopo la risposta per definizione, la soluzione all’enigma. Federico Marrone all’Atalanta. Sciolte le ultime riserve, l’autografo più bello della sua vita come a dire «sì, è tutto vero». Attimi concitati, indimenticabili. È veramente tutto vero. Giovedì 4 luglio, 11:30 spaccate. Tarda mattinata, l’ora del cotto e fontina. Un’altra data “x”, un’altra data “z”.
TRATTATIVE
Due foto, letteralmente Fede Marro. Una in piedi, sullo sfondo lo stemma della Dea. T-shirt bianca, Air-Force abbinata, pantalone della tuta blu. Aspirante calciatore da capo a piedi. Fermo, fisso. Immobile. Braccia dietro la schiena, sorrisetto furbo. Letteralmente Fede Marro. Un’altra seduto. Sulla sfondo si intravede qualche trofeo, una piccola parte di quelli conquistati dall’Atalanta. In primo piano sempre lui. Sguardo leggermente più stanco, solamente l’alba di una giornata intensa, piena zeppa di emozioni. Mano sinistra ferma su un foglio fitto fitto di scritte, con la mano destra stringe forte una penna. Non è il tema di maturità, per quello toccherà aspettare almeno quattro anni. Un autografo, una firma. «Federico Marrone». E in un attimo diventa un giocatore dell’Atalanta.
Un’altra foto, sempre Fede Marro. Da piccolino, nell’ormai lontano 2014. Il primo provino con l’Atalanta. La squadra di Bergamo, la sua Bergamo. La squadra del primo «no, grazie», ma anche la squadra del «sì, lo voglio» più bello di tutti. È stata una trattativa-lampo, un matrimonio bilaterale terminato con un viaggio di nozze a lume di candela. Il classico colpo di fulmine. Quel «oooo come atalanta» il punto di partenza, tutte le vicissitudini dei mesi a seguire il punto d’arrivo.
PRIMA E DOPO
Niente Como e niente Inter, dunque. E se i lariani, come ormai noto, avrebbero fatto carte false per portarselo sulle rive del lago, sulla sponda nerazzurra del Naviglio la situazione è un’altra. Diversa sì, opposta no. L’Accademia Inter, da buon centro di formazione, l’ha proposto più e più volte, spesso anche presentandolo su un vassoio d’argento. Tentennamento di qua e tentennamento di là, il cerchio si chiude con il sorpasso all’esterno dell’Atalanta. Letale, definitivo.
Chi è Fede Marro? Anzi, cosa può essere Fede Marro? Un po’ tutto. Centrale difensivo, terzino destro, esterno a tutta fascia. Vale ogni cosa, purché sia sulla corsia di destra. Il segreto? La duttilità, garantisce Beppe Bergomi. È il suo “figlioccio”, quell’erede datogli dal calcio. Sotto la sua ala protettiva è diventate il Fede Marro che tutta Italia sta ammirando. E avendo a disposizione quasi tutti i giorni uno che sa più o meno come si difende… Altro? I gol, tanti. Per lo più di testa, ma le galoppata palla al piede sono altrettanto un piacere per gli occhi. Arriva a Zingonia da Campione d’Italia con la Rappresentativa e… giocherà con i Campioni d’Italia. Verde, bianco e rosso. Tricolore nel destino.
